23/11/2015
Mentre Cosenza si accingeva a diventare la città di Indiana Jones, che munito di frusta e cappello prometteva ai cosentini il ritrovamento del tesoro di Alarico, qualcuno e qualcosa, giovedì 19 u.s., hanno riportato tutti nell’alveo della realtà.
Dopo settimane di iniziative convulse, comunicati stampa, articoli sui media di tutto il mondo, indagini, droni e prime tracce già scovate (a detta dei geologi) è giunta a sorpresa la diffida della Soprintendenza. Stop agli scavi che verranno, ai rilievi con i geo-radar e con altri mezzi tecnologici, insomma stop al progetto in toto.
Solo una settimana fa, con una conferenza stampa organizzata in grande alla confluenza dei fiumi, il sindaco-presidente-architetto presentava al mondo, e non era la prima volta, “l’avvio per la campagna di ricerca” (come riporta il Quotidiano del Sud di martedì scorso) del tesoro di Alarico, con i geo-radar in funzione. E proprio in questa occasione, il geologo incaricato ha detto di essere “sicuro di aver individuato nella precedente fase del telerilevamento ambientale qualche traccia utile allo studio… che indicano particolari conformazioni del suolo causate da siti o manufatti sepolti”.
Giovedì, dicevamo, la Soprintendenza ha sospeso l’operazione Alarico perché mancano le autorizzazioni. Il Comune, infatti, ha omesso di richiedere i pareri della Soprintendenza prima di iniziare gli interventi sulla confluenza. Appare debole la replica della Provincia di Cosenza che ha risposto sostenendo: “I lavori in corso sono invece finalizzati al rafforzamento degli argini, con il posizionamento di massi naturali”. Se i lavori consistono davvero e solo in ciò, perché sono state organizzate due conferenze stampa, una a Roma alla presenza di giornalisti di tutto il mondo, come hanno fatto sapere, e un’altra a Cosenza lunedì scorso per annunciare la ricerca del tesoro? Se i lavori riguardano esclusivamente la riqualificazione della confluenza, che bisogno c’era di renderlo noto al mondo intero?
Come al solito il sindaco ha voluto, anche questa volta, agire come se fosse il padrone assoluto dell’intera provincia, delegittimando organi superiori quali la Soprintendenza, come già avvenuto nei mesi scorsi quando ha concesso che si effettuassero le riprese di un film nelle sale del palazzo della Provincia senza chiedere la preventiva autorizzazione della Soprintendenza. Sappiamo tutti che nel corso delle riprese, qualcuno ha danneggiato in maniera irreversibile un quadro dell’800. Ci saremmo aspettati delle spiegazioni e delle scuse, invece solo arroganza e pressappochismo nelle risposte degli interessati e nessun commento da parte della Provincia. E mi fermo qua, per ora, la lista è lunga e lo spazio è poco, quindi il seguito alla prossima puntata.
Sergio Nucci
Consigliere Comunale di Cosenza
Presidente Gruppo "Polo Civico - Buongiorno Cosenza"