I soldi ci sono. Adesso chi li spende?

17/09/2020

Sono passate appena poche ore dalla notizia che il MIBACT ha firmato il contratto istituzionale di investimenti (CIS) che prevede  lo stanziamento di ben 90 milioni per il recupero di opere pubbliche del centro storico di Cosenza, che la città antica torna alla ribalta delle cronache per un ulteriore finanziamento di ulteriori 50 milioni, stavolta soltanto richiesto dal sindaco di Cosenza alla Presidente della giunta regionale calabrese Jole Santelli.

Buone notizie in entrambi i casi. Dopo tanta inerzia veder piovere tutti questi quattrini per il rilancio del centro storico bruzio non può fare altro che rallegrare chi pensa che questa parte della città meriti un po’ più di attenzione di quella riservatale in passato.

Al netto delle paternità vere o presunte sui fondi del MIBACT e della richiesta di contribuito alla Regione, restano però alcune considerazioni, o meglio perplessità, su chi sarà chiamato a gestire questa gran mole di denaro pubblico.

Se è vero, come i bene informati dicono, che la cabina di regia per i fondi del Ministero sarà individuata nel Comune di Cosenza è anche vero che più di una preoccupazione in queste ore angoscia chi pensa a che fine faranno i 90 milioni di euro.

Preoccupazioni del tutto fondate se si pensa che il Comune di Cosenza in questi anni non solo ha aumentato il debito ereditato ma lo ha addirittura raddoppiato se non triplicato, a fronte anche di un cospicuo prestito della Cassa Depositi e Prestiti di 190 milioni, erogato proprio per sanare i buchi del passato.

Consegnare un assegno di 90 milioni (più i 50 che presumibilmente erogherà la Regione Calabria) a questa amministrazione, considerato il dissesto di cui è unica responsabile, è almeno un azzardo.

E non andrebbe meglio se per le prossime elezioni comunali si costituisse uno pseudo cartello politico, o meglio un comitato d’affari, pronto a gestire il fiume di soldi che arriveranno.

Roba da far tremare le vene in entrambi i casi. Perché un fatto è certo, i fondi per il centro storico non rientrerebbero, né adesso né dopo, nella competenza dei commissari e soprattutto chi li gestirebbe non dovrebbe rispondere alle regole che la normativa prevede per chi è in dissesto. Una sorta di liberi tutti dove metodi e condotte potrebbero essere ispirate al più bieco interesse ed alla più riprovevole clientela.

Pensandoci bene, una situazione davvero paradossale. Se arrivassero ora sarebbero gestiti da chi ha portato la città al fallimento con comportamenti propri di chi ha già dimostrato sul campo di cosa è capace. Se arrivassero dopo potrebbero essere appannaggio di una nuova amministrazione fatta di gente senza scrupoli che pur di mettere le mani sul bel gruzzolo farebbe patti con il diavolo.

Occhi aperti, dunque. Adesso affinché procedure e comportamenti siano al di sopra di ogni sospetto e dopo per mandare ad amministrare la città persone oneste e capaci. Solo in questo modo il pallino tornerebbe in mano ai cittadini.

Auguriamocelo.

Sergio Nucci
"Buongiorno Cosenza"

Intervista a Maria Francesca Fortunato

14/08/2020

Dottor Nucci, lei che impegni ha per la prossima primavera?
«Sono sicuramente libero. E se per caso dovessi essere occupato, mi libererei, perché l'amministrazione della città non può riguardare poche persone, ma tutta la comunità. A me non piacciono gli alibi di chi si tira fuori e poi critica a distanza. È troppo facile predicare il cambiamento, ma pretendere che siano gli altri a realizzarlo».

Ha letto l' intervista a Carlo Guccione che lancia una fase costituente per una coalizione allargata del centrosinistra?
«A Cosenza ci sono tante forze sane, al di là della collocazione politica. Immagino che la costituente sia aperta a tutte loro. Per quanto mi riguarda, Buongiorno Cosenza, come tutti i movimenti della città, è pronto a farsi carico delle proprie responsabilità. Con un obiettivo che, mi auguro, sia comune a tutte le forze che si ritroveranno insieme: ripartire dalle macerie lasciate da 10 anni di amministrazione Occhiuto. Serviranno diversi correttivi».

Correttivi a cosa?

«Alla viabilità, tanto in questi anni per citarne uno. Bisognerà rimediare alle sono state la cifra di un consenso questa amministrazione. Forse qualcosa non drogato» sarà possibile correggerla, ma bisognerà fare tutto il necessario per rendere Cosenza nuovamente attrattiva, rivedendo il piano della viabilità, potenziamento il trasporto pubblico, istituendo parcheggi pertinenziali agli ingressi della città, collegati da bus con il centro. Il commercio è in sofferenza e lo era già prima dell' emergenza Covid, perché la città è diventata impraticabile. Per non parlare poi - visto che ho citato il lockdown - delle disparità viste nella gestione dell' emergenza, con benefici graziosamente concessi ad alcuni settori commerciali e non ad altri. E poi c' è il centro storico: rendiamolo davvero appetibile, con servizi e accessi, per intercettare i privati e ragioniamo con il rettore dell'Università della Calabria. Non posso citare la vergogna dell'acqua, erogata con il contagocce, o la gestione rifiuti. Il sistema di raccolta va rivisto: vedere i mastelli ammucchiati davanti alle porte, al mattino, non è decoroso. L'elenco è lungo: potremmo parlare dell'ospedale, dei servizi, dei teatri, ma resteremmo qui fino a domani».

E della città unica cosa pensa?
«Aveva un senso quando è stata proposta, su sollecitazione di alcune associazioni. Oggi, con un Comune in dissesto, vedo l'iter duro e difficile».

Abbiamo capito che alle elezioni "Buongiorno Cosenza" ci sarà. Lei si candida?
«Buongiorno Cosenza vuole partecipare con il proprio contributo di valori e idee. Le autocandidature lasciano il tempo che trovano. Cosenza ha nomi importanti che possono intestarsi la battaglia, ma ciò che conta è convergere sui programmi ed essere chiari sulle proprie intenzioni».

In che senso?
«Si fanno tanti nomi di candidati, papabili o tirati per la giacchetta. Non di tutti, però, conosciamo il giudizio sull'amministrazione Occhiuto. Ecco, io al tavolo non posso sedermi con chi mantiene atteggiamenti ambigui, magari cercando consensi da più parti, o pronuncia giudizi assolutori».


Ma perché ce l'ha tanto con Occhiuto?
Nella prima consiliatura, per un certo periodo, è stato consigliere della sua maggioranza.
«Ciascun dal proprio cuor l'altrui misura. Feci l'errore di considerarlo una persona che manteneva gli impegni. Poi l'ho conosciuto, come uomo e come politico, e mi è bastato».


Lei ce l'ha ancora perché non l'ha fatta presidente del Consiglio nel 2011?
«I patti in politica vanno rispettati. Noi avevamo un accordo politico e programmatico che non è stato attuato. E se un accordo non si rispetta, vuol dire che qualcuno ha mentito e che lo ha fatto o nel promettere o, poi, nel non mantenere. Lui non mantiene i patti e poi il problema sono io che lo faccio notare? È un curioso modo di ragionare. Ad ogni modo Mario Occhiuto ormai appartiene al passato e spero che chi verrà dopo di lui saprà rispettare gli impegni presi e le parole date.
E poi il vero problema di questo decennio è un altro».


Quale?
«Ha costruito un consenso drogato.
"Buongiorno Cosenza", che da anni pubblica sul proprio sito tutte le delibere e tutte le determine del Comune, lo sa bene».

Maria Francesca Fortunato "Quotidiano del Sud" del 14/08/2020

 

LA SPESA SOSPESA

29/03/2020

 

Tra le tante cose belle di Napoli una mi ha sempre affascinato. Una consuetudine che si tramanda di generazione in generazione e che rende onore alla generosità e all'inventiva del popolo partenopeo.
Un segno piccolo, un fiore, ma davvero tanto efficace: il “caffè sospeso”.
Senza addentrarmi nelle motivazioni sociologiche e culturali, sulle quali più di uno potrebbe discettare molto più di me, avrei piacere di condividere questa riflessione perché credo contenga una forza incomparabile e sia una azione sempre valida per esprimere vicinanza e sostegno.
Il “caffè sospeso” è in fondo una sorta di certezza: “chi può non lascia indietro nessuno”. Pensare di questi tempi a qualcosa di analogo per testimoniare la propria solidarietà potrebbe essere una opportunità.
Penso in parole povere ad una “spesa sospesa” frutto delle donazioni dei clienti di market o piccoli esercizi al dettaglio per chi è in condizioni di indigenza.
Non è la soluzione dei problemi ma la “spesa sospesa” potrebbe essere una forma rapida e comoda per esserci, per dare anche noi una carezza.
E non servirebbe poi tanto, qualche euro e fare incontrare gente di cuore, commercianti onesti e persone che hanno necessità.
Oggi più che mai vorrei che questo messaggio venisse condiviso. Non servono like ma persone che possono e vogliono creare rete, che vogliono acquisire la disponibilità di un commerciante, diffondere tra i conoscenti l’iniziativa e soprattutto dire a chi non ce la fa che in alcuni esercizi commerciali ci sarà per loro della pasta, del latte, dell’olio, prodotti che tutti assieme avremmo contribuito ad acquistare lasciando alla cassa qualche euro.
Basterà solo la parola d’ordine “c’è una sospesa?” e dall'altra parte ricevere un sorriso ed una busta di … amore
E’ una idea o meglio uno stato d’animo. Utile? Inutile? Non so ma volevo condividerlo nella piazza virtuale.
Grazie di cuore a chi condividerà questo post.

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

Partito il "totosindaco"

Lo confesso, anche io in questi giorni leggo con morbosa curiosità le anticipazioni sui possibili candidati a sindaco di Cosenza che si confronteranno nelle prossime consultazioni amministrative del 2021.

Morbosa tuttavia irrefrenabile curiosità in quanto cosentino non lontano dalle vicende della mia città.

E leggo nomi di candidati veri o presunti tutti rispettabilissimi, ci mancherebbe. Leggo di ritorni e di novità. Leggo anche di improbabili “accordoni” – ma da noi tutto è possibile - a favore di Tizio e/o a sfavore di Caio.

Di alcuni in verità non ricordo di aver letto in questi dieci anni un solo intervento sulla città, sui problemi dei suoi abitanti, sulle criticità che ha vissuto. Nulla, ma certo sarò stato disattento io.

Insomma leggo davvero di tutto ma forse di una cosa fino ad oggi non ho letto un solo rigo: cosa in cuor loro questi candidati, ribadisco autentici o soltanto tirati per la giacchetta, immaginano per la loro città.

Non si sa ad esempio come i papabili si pongano rispetto ai dieci anni, che tra un po’ finiranno, della attuale gestione. Il loro giudizio qual è? Certo di qualcuno/a lo si consoce, fin troppo bene, ma di altri, non si capisce se si muoveranno o meno in continuità con l’attuale amministrazione e con il modus operandi che ha caratterizzato questi dieci anni di governo della cosa pubblica.

Ma non solo. Neanche una parola a come si uscirà dalle secche del dissesto targato Occhiuto. Un bilancio, quello del comune di Cosenza, che per i prossimi anni non consentirà al malcapitato/a che dovesse assumersi l’onere di guidare una città di poco più di sessantamila abitanti, di dormire sonni tranquilli.

Insomma, opinione personale, se si leggono nomi e non si leggono programmi vuol dire che la cosa è davvero preoccupante.

La stretta di mano, la pacca sulla spalla, la promessa (perche altro davvero non è possibile) di questo o quel favore, di questo o quell’incarico potranno convincere gli elettori?

Se fossi giornalista, in realtà lo sono ma solo per mio diletto, comincerei a scavare nelle idee dei futuri contendenti alla poltrona di primo cittadino.

Comincerei a chiedere cosa pensano del decennio “marchiato” Occhiuto. Come pensano di risollevare le sorti di una città allo sbando atteso che mancheranno per diversi anni le risorse. Come faranno a far funzionare la macchina comunale che conta attualmente poco più di 400 dipendenti. Cosa faranno quando si tratterà di reperire i fondi per la gara delle cooperative. Come aiuteranno i settori produttivi della città vessati, tranne poche e non lodevoli eccezioni, come non mai.

Insomma dopo l’antipasto dei nomi adesso è il momento delle pietanze, ovvero di scrivere del destino della nostra città.

Dal canto mio resto sempre dell’idea che solo una grande area civica possa intestarsi l’onere e l’onore di guidare il rinnovamento in città. E’ una mia vecchia idea, un mio credo al quale non intendo abiurare.

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

 

AIUTIAMO I NOSTRI ANZIANI

07/03/2020

 

 

In queste ore, così drammatiche per il nostro Paese, gli appelli ai nostri giovani ad evitare luoghi affollati e promiscuità pericolose si susseguono con giustificata insistenza. Atteggiamenti responsabili e prudenti possono davvero fare la differenza ed impedire al virus una diffusione ancora maggiore.

Tutto giusto, per carità, ma la realtà a ben vedere dice anche altro perché la cronaca, in maniera puntuale,  continua a restituirci una mortalità che non riguarda le fasce più giovani del nostro Paese. Questi giorni di angoscia disegnano un quadro sconfortante soprattutto, se non esclusivamente, per i tanti anziani dei nostri paesi e delle nostre città.

Sono loro infatti le prime e più numerose vittime di questa epidemia. A loro dovremmo probabilmente rivolgere ancora più riguardo rispetto a quello – sacrosanto, ci mancherebbe - che dedichiamo a fasce più forti e meno vulnerabili. Ai tanti che provati dagli acciacchi degli anni non sono in grado di resistere alle insidie del virus. A loro davvero dovremmo pensare in questo momento. A loro dovremmo dedicare tempo ed attenzione.

Mi vengono in mente le tante scene nelle quali questi nostri “vecchi” fanno la fila ad un ufficio postale piuttosto che ad una banca o ad un CUP o finanche a una cassa di un supermercato. Vederli li, così soli e vulnerabili è la cosa che stringe il cuore.

E dunque rivolgo un accorato appello a quanti hanno un nonno o un parente anziano o un vicino ormai avanti negli anni di prendersene cura. Magari andando a ritirare la pensione o a fare la spesa o comunque a scongiurare che loro, soprattutto loro, possano recarsi in posti affollati e pieni di insidie.

Non c’è bisogno di ordinanze o decreti per aprire il nostro cuore in questo momento alla solidarietà verso chi è più debole e più esposto. Non aspettiamo che altri facciano quello che noi stessi possiamo fare.

Abbiamo un cuore grande come grande è il cuore di chi oggi è in trincea per sconfiggere il male. Ai tanti studenti costretti a ferie forzate chiedo di stare vicini ai propri anziani. Aiutateli ed aiutiamoci l’un l’altro.

Riempiamo di disponibilità e vicinanza questi momenti. Solo così riusciremo a passare la nottata.

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”