IL MERITO NON PAGA

11/11/2018

 

I dirigenti vincitori del concorso ancora senza assunzione

 

Non c’è pace per i vincitori del concorso per dirigente al Comune di Cosenza, dopo la Sentenza del Consiglio di Stato a loro favorevole, o almeno così sembra, per tutti gli atti che questa amministrazione sta producendo al posto dell’unica decisione che invece avrebbe dovuto prendere, ovvero assumere gli aventi diritto.

Nei giorni scorsi si è addirittura modificata la graduatoria dopo aver preso atto della mancanza di requisiti di due dei vincitori (ci son voluti ben 7 anni e mezzo!), ma di chiamare questi professionisti a svolgere il lavoro per il quale hanno vinto un regolare concorso, e speso una marea di soldi che alla fine pagheremo noi, non se ne parla proprio.

Eppure di atti controversi questa vicenda ne presenta molteplici. Uno dei più eclatanti e sul quale a mio parere non si è affatto discusso, è quello che ritroviamo nella delibera di giunta, n°160 del 26 ottobre scorso, che prende atto, solo formalmente, del parere dei Revisori dei conti, nonostante le indicazioni e prescrizioni da questi fornite non consentano interpretazioni.

Tutto parte dal “Fabbisogno del Personale 2018-2020” e dal “Piano assunzionale 2018”, atti che necessitano di un parere obbligatorio preventivo dei Revisori dei Conti e che prevedono l’assunzione dei dirigenti dilazionata in tre anni.

Mettendo nero su bianco i Revisori, consultati in maniera postuma rispetto all’adozione del Piano dei Fabbisogni, nel parere obbligatorio censurano l'amministrazione per le decisioni politiche, non supportate, a ben vedere, da ragioni tecniche e amministrative; evidenziano l’operato strumentale del Dirigente del Settore Personale e del Dirigente del Settore Bilancio per non aver seguito i passi procedurali di normativa e muovono importanti rilievi formali e di merito riguardo a violazioni di normative di finanza pubblica.

Venendo al dunque, secondo i Revisori le risorse per assumere i dirigenti di ruolo sono disponibili e vengono rispettati i vincoli di finanza pubblica dettati dalla normativa vigente, per cui, non rilevando ostacoli, non ritengono giustificabile dilazionare le assunzioni nel triennio 2018-2020, essendo disponibili e vacanti i posti in organico dirigenziale.

Ma c’è di più. Nel parere i Revisori scrivono che “vi è già ora una carenza importante di dirigenti a tempo indeterminato e che si accentuerà da qui al 2020, potendo provocare tale circostanza, problemi organizzativi all'ente, oltre che una ingiustificata ripartizione del fondo retribuzione di risultato e di posizione di euro 635.218,09 tra un numero inferiore di soggetti, poiché la ripartizione è parametrata alla media dei dirigenti in servizio al 31/12/2016".

In sostanza i Dirigenti del Settore Personale e del Settore Bilancio, in possibile conflitto di interessi per la loro posizione dirigenziale a tempo determinato, conferita nelle more del reclutamento di personale di ruolo tramite concorso, predispongono atti, forse con l’obiettivo di dilazionare le assunzioni dei legittimi dirigenti, e vengono clamorosamente smentiti dall'organo di revisione contabile che addirittura mette in luce possibili indebite attribuzioni di risorse per i dirigenti attualmente in servizio.

E’ arrivato il momento di chiedersi quando finirà l’accanimento di questa amministrazione contro i dirigenti vincitori di concorso. Cosa resta loro ancora da fare per veder attuata quella giustizia che il Consiglio di Stato ha decretato dopo oltre 7 anni? Possibile che non esista un giudice sensibile alla condotta dell’amministrazione che sta costando alle casse dell’Ente centinaia di migliaia di euro?

Di certi fino ad oggi ci sono i circa centomila euro di sole spese legali, comprendenti le parcelle dei difensori esterni del comune e le spese di soccombenza da pagare ai ricorrenti, oltre, naturalmente, al risarcimento danni che si sta concretizzando.

Cosa ancora deve accadere prima che la giustizia dei tribunali trovi applicazione nelle stanze di Palazzo dei Bruzi?

 

Sergio Nucci

“Buongiorno Cosenza”

 

LE DUE CITTA'

08/11/2018

 

E’ proprio vero: per questa amministrazione esistono due città.

Una città da ostentare, da mostrare come fiore all’occhiello, da riempiere con attività ed eventi, da curare finanche nell’arredo urbano ed una da nascondere, da far cadere a pezzi, da abbandonare al degrado ed all’incuria.

La conferma di quanto dico sta proprio nella delibera 108 dello scorso 15 giugno, consultabile su www.buongiornocosenza.it e venuta alla ribalta in questi giorni, relativa alle luminarie che dovrebbero abbellire la città, o meglio solo una piccola parte, per una cifra vicina ai 500 mila euro, un miliardo delle vecchie lire.

Fa male constatare con i fatti che per quanto impegno si profonde per la Cosenza dei lustrini e delle feste tanto poco si fa per il resto della città.

Eppure anche l’altra Cosenza è sotto gli occhi dei cittadini, ed i cittadini giudicano e commentano e si indignano quando capiscono che si lavora solo per l’apparenza. E alla fine i consensi e gli incoraggiamenti plebiscitari si trasformano in critiche e sberleffi. Ed hai voglia a chiamarli odiatori quelli che, sempre di più, riconoscono la cifra negativa di questa azione amministrativa.

Occhiuto pensava che con i suoi strumenti di “distrazione di massa” la gente, quella comune, quella che va a lavorare e non aspetta un incarico o una prebenda dal comune per intenderci, avrebbe continuato a lodarlo e a sostenerlo, ma si sbagliava.

Il suo lento tracollo, agli occhi dei cosentini che amano la propria città, è iniziato all’indomani della grande bugia sulla metropolitana leggera, un’opera inutile quanto dannosa che il sindaco ha approvato al solo scopo di continuare nella sua inesorabile marcia di avvicinamento alla candidatura alla regione. E sta proseguendo, giorno dopo giorno, grazie alle scelte insulse che continua a fare a danno dei cosentini.

Un commercio distrutto dall’assenza di una programmazione attenta, una viabilità devastata da decisioni scellerate, un degrado sempre più avvilente al di fuori del miglio d’oro di corso Mazzini, un completo abbandono del centro storico divenuto terra di nessuno.

Questa non la Cosenza che i cosentini volevano dal sindaco. E lui non è l’uomo della provvidenza, lo ha capito anche la Chiesa che ha dovuto fare i conti con le sue farneticanti decisioni.

Ormai il gioco è svelato, solo pochi mesi di roboanti proclami per distrarre con inaugurazioni inutili e classifiche farlocche i calabresi e capiremo se il suo vero obiettivo di arrivare a Catanzaro, perché di Cosenza non gliene frega un tubo, sarà raggiunto. Ci riuscirà? Non ci riuscirà? Non siamo bravi a predire il futuro ma siamo bravi a capire il presente che ahinoi non è affatto buono per la nostra amata Cosenza.

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

 

I PRENDOCASA CALANO IL JOLLY

08/10/2018

 

Stamane un gruppo di attivisti di Prendocasa ha occupato la sede dell’ex hotel Jolly. Apparentemente una non notizia, dal momento che la “mission” dei Prendocasa è proprio l’occupazione di spazi disabitati, se non fosse che proprio oggi, davanti al notaio, l’ATERP dovrebbe formalizzare la cessione dell’ex albergo al Comune di Cosenza per la cifra, di vero realizzo, di un 1.300.000 euro, di cui 800 mila provenienti dalle case comunali e i restanti 500 mila da quelle regionali.

Diciamolo subito per i no-metro questa è una coincidenza non nefasta, dal momento che la

mancata acquisizione del Jolly da parte del comune potrebbe rallentare, e non poco, l’inizio dei lavori della tanto discussa opera di collegamento tra Cosenza e Rende.

Ma ciò detto la cosa più bizzarra che salta all’occhio non è l’occupazione in quanto tale, quanto la circostanza che l’ex Jolly era da molti mesi sottoposto a sorveglianza h 24 (tutto il giorno)  da parte di un istituto di vigilanza, pagato proprio a tutela dell’immobile, ovvero per evitare che venisse occupato.

Le cronache del raid, a proposito dell’occupazione, riferiscono di attimi concitati e spintonamenti tanto che l’unico guardiano presente, è stato prontamente trasferito in ospedale dove i sanitari non hanno però riscontrato traumi o contusioni.

Un’azione in perfetto stile NOCS o Berretti Verdi, dunque.

Ma il punto è un altro. A cosa è servito pagare, e lautamente, tutti questi mesi un servizio di guardiana se il risultato è quello che lo stabile, almeno in queste ore, è occupato?

Perché il  servizio di  guardiania h 24 , consistente in presidio fisso di una unità compreso di apparecchiature antintrusione e videosorveglianza radiocollegate con la propria centrale operativa, non è costato bruscolini, bensì 527 € al giorno (la cifra si evince facilmente da un semplice calcolo operato sulla determina 1987 del 2017 tre mesi =  € 47.459,95). Ovvero che nell’anno trascorso, se la matematica non è un’opinione, di euro ne sono stati spesi almeno 189.000.

Senza volere in questa sede parlare degli affidamenti ripetuti alla stessa ditta, o della legittimità di vigilare su una bene del quale non si detiene il possesso, che presto saranno argomenti di riflessioni approfondite di altri organismi, la domanda sorge spontanea: per cosa abbiamo pagato un servizio considerato che il bene ormai è finito senza colpo ferire in mano agli attivisti di Prendocasa?

Probabilmente non avremo risposte, sempre che qualcuno in questa città, con altri ruoli e altre funzioni, non voglia far propri i nostri interrogativi.

Sergio Nucci

GENTILE DOTTORESSA MACRI',

15/10/2018

 

volevo oggi intrattenerla, assieme ai suoi lettori, su alcune considerazioni scaturite dalla vicenda che ha riguardato in queste ore il sindaco di Cosenza.

Premetto che è legittimo che chi è accusato di un qualcosa si difenda, così come è comprensibile che per difendersi chi è accusato possa addirittura mentire, comprensibile non giustificabile si badi bene.

Trovo invece vergognoso per chi è terzo, come può essere un magistrato o un giornalista, non confutare le bugie del chiamato in causa, siano esse dette in buona o mala fede. Il preambolo è funzionale per dire che ci sono momenti nei quali ciascuno di noi deve abbandonare la casacca del tifoso e vestire i panni del terzo super partes, soprattutto quando si hanno responsabilità nei confronti dell’opinione pubblica, quella onesta che paga le tasse, che rispetta le leggi, che è fedele allo Stato.

E’ di queste ore la notizia che la DDA di Roma ha chiuso le indagini in una vicenda di appalti e corruzione che, oltre al primo cittadino di Cosenza, coinvolge l’ex ministro Corrado Clini e la di lui compagna Martina Hauser. Occhiuto a questo proposito scrive: “notizia vecchia mi vogliono danneggiare”.

E qui si apre la prima riflessione. L’amico e giornalista Michele Giacomantonio rivolge un commento lapidario quanto efficace a questa affermazione: "Un fatto accaduto alcuni mesi fa, ma non reso noto all'opinione pubblica, non è una notizia vecchia, è una notizia nascosta. Le basi, per favore, le basi...".

Dunque legittima la difesa del sindaco ma del tutto risibile se è vero che la notizia non è vecchia, bensì sconosciuta. E quindi la notizia diventa vecchia proprio nel momento che diventa notizia ed i fatti relativi ad Occhiuto sono diventati notizia appena ieri l’altro.

Ma la seconda dichiarazione diventa ancora più perniciosa per il primo cittadino perché ci restituisce un uomo lontano dalla vita reale, Occhiuto scrive "Avevo ricevuto molto tempo prima dell'estate un avviso di conclusione delle indagini..".

L’avviso è dell’11 giugno 2018. Ma perché Occhiuto si lascia andare a simili affermazioni? Delle due l’una: o perché è in uno stato confusionale e non sa davvero quando inizia l’estate cioè il 21 giugno e l’11 giugno non è “molto tempo prima dell’estate”, o perché immagina che nessuno si prenderà la briga di prendere gli atti di questa vicenda e confutare le sue affermazioni. Nel secondo caso si aprirebbe un ginepraio che per carità di patria evito.

Concludo affermando che sono sempre più convinto che un individuo è innocente fino al terzo grado di giudizio ma sono altresì convinto che tutto quello che dice o scrive può essere usato contro lui stesso.

E se Occhiuto scrive castronerie la colpa non è certo dei giornalisti che le evidenziano … quando le evidenziano. In ultimo davvero un plauso ai magistrati che non hanno dato in queste settimane in pasto all'opinione pubblica questa triste vicenda di Clini e co., ma anche a quel giornalista che ha scovato lo scoop rendendolo di pubblico dominio.

Grazie per l'ospitalità.

 

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza

 

lettera pubblicata il 15 ottobre 2018 su Il Quotidiano del Sud nella rubrica "Lettere e Interventi" curato da Annarosa Macrì

LA CITTA' DELLO SPOT

05/10/2018

 

Vi ricordate quel bel film con Rock Hudson il cui titolo era “Lo sport preferito dagli uomini”? Il protagonista era un bravissimo venditore di uno store di articoli per lo sport che millantava con i suoi clienti di essere un grande pescatore, mentre in realtà non aveva mai preso un pesce in vita sua.

Ebbene Mario Occhiuto è il venditore di quel film, che tra le altre cose parlava di sport e dunque è una metafora efficacissima.

È di ieri la notizia che racconta di Cosenza scelta come città europea dello sport e la cosa è come i pesci mai presi del film. Non solo perché sono almeno 3 le città che rivendicano lo stesso primato, ma soprattutto perché l'ambìto (?) riconoscimento si ottiene a pagamento, peccato però che nessuna testata che pubblica il roboante annuncio del Comune si sia presa la briga di leggere le notizie fino in fondo e non fermarsi al solo titolo.

Insomma l'ennesimo patacca di basso conio, pagata per ottenerla, ma spacciata come una straordinaria conquista.

Il venditore Rock – Mario colpisce ancora, o almeno ci prova a stupire. Però, esattamente come nell'esilarante pellicola,  l'abile venditore viene sgamato e le bugie raccontate affiorano implacabilmente.

Per scoprirlo basta guardarsi attorno e per conferma è sufficiente leggere i commenti sui social: una lunga serie di spernacchiamenti che nemmeno i pretoriani a pagamento, che vigilano sui social affinché il principe sia solo adulato, sono in grado di arginare. Del resto questa è la città degli spazi dedicati allo sport ma abbandonati allo scempio, della piscina distrutte e lasciata al saccheggio,  del campo scuola chiuso per sempre, del campo di calcio che doveva essere perfetto per la prima partita in B e invece era ed è  ancora più somigliante ad un campo di beach-volley, dei palazzetti abbandonati ed occupati senza nessun titolo. Questa patacca, rivenduta come oro dal sindaco, costa (ad oggi) circa otto mila euro , cifra che deve uscire in parte dalle casse comunali e in parte da volenterosi sponsor, ma la sola iscrizione all’inutile giochino costa ai cosentini 1800 euro.

L'ennesimo luccicante premio che serve ad abbagliare per non far vedere il degrado e l'arretramento complessivo che vive questa città.

E mentre le bugie ormai vivono il tempo di un respiro, generando fastidio e ilarità, il sindaco già pensa alla prossima bufala d'effetto: annunciare che Goletta verde ha detto che il mare di Cosenza è il più pulito del mondo. E chi dice che Cosenza non ha il mare è un odiatore.

 

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza