SENZA ACRIMONIA, ATTENDO RISPOSTE

03/03/2018

 

Alcune considerazioni a margine delle recenti vicende legate alla dichiarazione di pignorabilità della indennità del Sindaco per debiti accumulati verso Equitalia ed altri soggetti. Si impongono, a mio parere, in tutta la loro rilevanza politica ed istituzionale. Dunque, che un imprenditore, professionista di successo, accumuli debiti per tributi non onorati, lascia francamente perplessi.

Non siamo giudici di nessuno, ma dover constatare che chi si è candidato a guidare una comunità abbia accumulato debiti per milioni di euro induce ad escludere di essere a cospetto di persona nei confronti della quale riporre fiducia per la felice gestione della cosa pubblica.

Non serve evocare la crisi, che in Calabria mi pare vi sia da sempre: qui siamo dinanzi a chi non ha versato il dovuto a creditori e alla collettività: personalmente lo considero grave soprattutto nei confronti di quanti, con sacrificio, hanno ridotto le proprie pretese per rispettare i doveri che l’essere parte di una comunità impone.

Oh, per inciso, nei nostri confronti non vale l’accusa di aver fatto la cresta; non abbiamo mai goduto di contributi di sorta.

La tecnica di sviare così l’attenzione dal merito del problema con noi non funziona.

Non funziona per niente. Le domande che abbiamo posto non hanno avuto risposta. Le ripetiamo, con qualche specificazione, caso mai qualcuno non le avesse intese.

Le somme dovute a titolo di indennità al Sindaco sono state accantonate?

Da quando?

È stata accantonata l’intera indennità o una sua parte?

A quanto ammontano le somme?

Su quale capitolo di bilancio compare la voce?

L’Amministrazione pensa di proporre appello avverso la sentenza oppure no?

Chi deciderà?

Per le indennità eventualmente già integralmente corrisposte sono state avviate le procedure di recupero?

Auguriamo di tutto cuore a Mario Occhiuto di risolvere i suoi problemi con Equitalia e gli altri suoi creditori, ma ci pare doveroso tentare di impedire che si possa strumentalizzare la funzione pubblica per fini privati.

Considerazione in parte scontata, sulla quale appare però opportuno invitare a riflettere quanti non si rendono conto della gravità della situazione di incompatibilità denunciata.

Il Comune è la casa di tutti.

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

 

 

RISPONDERE E' EDUCAZIONE

27/02/2018

 

La pubblicazione della recente sentenza con la quale il Tribunale di Cosenza ha accertato l’esistenza di crediti di Mario Occhiuto nei confronti del Comune di Cosenza e la loro integrale pignorabilità da parte di Equitalia merita alcune riflessioni che conducono, mi pare di poter dire, a conclusioni impegnative.

La vicenda – pur nota – è segnata dal mancato accantonamento da parte del Comune di Cosenza delle somme sottoposte a pignoramento da parte di Equitalia e dovute al Sindaco a titolo di indennità.

Il Comune non solo non ha messo da parte le somme – sottraendosi al rispetto di un obbligo di legge e continuando a versare integralmente l’indennità al Sindaco – ma non si è neanche presentato in udienza per rendere la dichiarazione circa la sussistenza di eventuali crediti sottoponibili ad esecuzione.

Comportamento che ha imposto al creditore – Equitalia, soggetto incaricato di riscuotere tributi non versati – di instaurare un giudizio per l’accertamento della esistenza dei crediti e della loro pignorabilità.

Con la sentenza depositata il 9 gennaio 2018, il Tribunale di Cosenza ha affermato che i crediti esistono e sono pignorabili in misura addirittura corrispondente all’intero importo dell’indennità.

Ne consegue che non avendo il Comune di Cosenza accantonato i fondi, dovrà interamente versarli in favore di Equitalia.

La sentenza contiene, implicitamente, l’ulteriore affermazione circa la doverosità dell’accantonamento delle ulteriori somme sino alla concorrenza del credito vantato dalla parte esecutante.

Il Comune dovrà smettere di versare l’indennità al Sindaco.

Dall’altro lato, il Comune potrebbe decidere di impugnare la decisione per invocarne la modifica; se dovesse avere ragione, cosa della quale è lecito dubitare, nulla dovrà ed Equitalia dovrà vedersela direttamente con il Sindaco, con gli intuibili problemi di esecuzione.

Sorgono allora alcune domande.

Chi deciderà che cosa fare?

Si verificherà – meglio, si è già verificato – un evidente caso di conflitto di interessi che sin dalla campagna elettorale era stato messo in evidenza e che avrebbe dovuto comportare la dichiarazione di incompatibilità di Mario Occhiuto per la carica di Sindaco.

Recita l’art. 63 del TUEL:

  1. Non può ricoprire la carica di sindaco:

…..

  1. colui che ha lite pendente, in quanto parte di un procedimento civile od amministrativo … con il comune.

La norma trova la sua ragion d’essere nella necessità di evitare confliggenti interessi tra l’ente e l’eletto, e in particolare di escludere che questi, approfittando della carica rivestita, possa influenzare in qualche modo la volontà dell’amministrazione che guida.

Come a dire, occorre scongiurare il rischio che l’eletto faccia tutelare dal Comune i fatti propri a danno di quelli della comunità.

Non è una questione di lana caprina, è di natura essenziale giacché evidenzia proprio la necessità che l’Amministrazione sia rivolta al bene di tutti e non possa essere strumentalizzata per fini personali.

E si mostra in tutta la sua dirompente evidenza nel nostro caso.

Il Sindaco e la Giunta saranno infatti ora chiamati a decidere che cosa fare; e la decisione riverbererà i suoi effetti sia nella sfera giuridica di Mario Occhiuto che in quella del Comune.

Le due posizioni sono confliggenti.

Allo stato delle cose, siamo dinanzi al fatto che il Comune – cioè tutti i cittadini che con le imposte e tasse versate lo finanziano – pagherà i debiti personali di Occhiuto verso l’Amministrazione Finanziaria.

Che cosa decideranno di fare Sindaco e Giunta?

Val la pena rilevare come anche il non fare niente si tradurrebbe in una scelta significativa.

Che cosa avete intenzione di fare?

È doveroso, oltre che lecito, chiederlo.

E nell’ipotesi in cui le somme dovessero essere erogate al creditore pignorante, il Comune attiverà o meno il recupero coattivo?

Ha previsto l’attivazione di procedure cautelari a tal fine?

Il danno erariale è dietro l’angolo: i componenti della giunta e gli Uffici hanno contezza del problema?

E il collegio dei revisori?

Infine, una notazione: le cronache ci ricordano che qualche tempo fa era stato conferito ad un alto magistrato in pensione la nomina di Consulente del Sindaco per il supporto “in ordine a specifici compiti di verifica e monitoraggio delle politiche per la legalità, la trasparenza e l’integrità degli atti e delle politiche in materia di anti corruzione e della fattispecie del voto di scambio”.

Non ce ne voglia nessuno, ma in questo caso non c’era più di qualcosa da rilevare e segnalare?

Qualcuno ci dia una risposta, per favore.

 

Sergio Nucci

"Buongiorno Cosenza"

 

QUESTIONE D'AMORE

14/02/2018

 

È triste vedere crollare il nostro centro storico ma è ancora più triste assistere alla sua lenta agonia senza far nulla per evitare che tutto ciò accada. La colpa, o meglio le colpe, vanno ascritte a quanti hanno avuto negli anni ruoli e funzioni nella nostra città. Nessuno può sentirsi giustificato o immune da critiche e nessuno può pensare di avere meno responsabilità di altri. Ciò detto non è più tollerabile che chi ha oggi responsabilità di governo scarichi su altri colpe che,  per la natura del proprio mandato, sono assolutamente personali. Il lamento da parte di coloro che vengono chiamati in causa perché assenti va censurato senza riserve, e sentire ancora adesso risibili arrampicate sugli specchi desta nella popolazione forte indignazione. Se esiste nell’animo di chi amministra un sentimento di sincero affetto per questa desolata parte della nostra città, forse è arrivato il momento che questo amore trovi uno sfogo, spingendo sindaco ed amministrazione a concentrare i propri sforzi, ogni singolo sforzo, al recupero di Cosenza vecchia. Il tempo è scaduto e non vorrei davvero che questa esperienza amministrativa venisse ricordata per aver favorito la definitiva perdita  delle nostre origini.

 

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza

LA SICUREZZA IN PRIMIS

18/02/2018

 

Nelle scorse ore Bianca Rende, consigliere comunale di Cosenza, ha dato notizia alla stampa della sua iniziativa, al fine di conoscere lo stato delle scuole di competenza comunale, relativamente al grado di vulnerabilità sismica.

Ha fatto bene Bianca a rendere pubblico il suo interessamento alla problematica e a renderne, con un comunicato, edotti i concittadini.

Genitori ed operatori devono conoscere il grado di vulnerabilità degli edifici dove mandano i figli o dove prestano servizio. E questo perché lo impone una legge dello stato, più precisamente la 228 del 2012 che, recependo l’ordinanza 3274 del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2003, obbliga comuni, provincie e regioni ad eseguire le verifiche tecniche relative alla vulnerabilità in caso di eventi sismici di manufatti "strategici e rilevanti" - entro il 31 marzo 2013.

Di anni, da quel termine perentorio del 31 marzo 2013, ne sono passati quasi cinque e delle risultanze di queste verifiche nelle scuole cosentine, a detta della consigliera del Comune di Cosenza, considerate le ”risposte evasive” dell’assessore, non se ne vede traccia.

Ma risposte evasive su cosa? Sulla sicurezza delle nostre scuole? Sulla sicurezza per chi le frequenta? Sulla tranquillità di chi per un motivo o per un altro si interfaccia con queste realtà?

Al pari della Rende ci spiace che non si abbia per queste questioni la stessa sensibilità che si ha invece per cose più frivole. La sicurezza va garantita a tutti ed in ogni circostanza, sui ponti, sulle strade, nelle scuole e soprattutto va garantita da tutte le istituzioni preposte.

A questo proposito sarebbe anche interessante rivolgere la stessa domanda alla Provincia di Cosenza. Sapere se le scuole di pertinenza provinciale sono state sottoposte a verifica e quali siano le risultanze. Solo il Fermi di Cosenza ha avuto problemi di sicurezza o anche altre scuole? E cosa si sta facendo?

In ultimo un costruttivo invito. Sui siti internet di Comune e Provincia sono ben visibili spazi dedicati alla trasparenza. L’invito ai due enti è quello di pubblicare proprio su quelle pagine le risultanze delle verifiche effettuate. Per tranquillità nostra e anche per tranquillità loro. Perché come tutti sappiamo la legge non ammette ignoranza.

 

Sergio Nucci

 

Buongiorno Cosenza

SALTATE PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI

14/01/2017

 

Sulla bacheca di un amico mi sono imbattuto nel “principio della rana bollita” di Noam Chomsky, un filosofo linguista americano che offre, con questo suo teorema, una spiegazione alla condizione umana, assuefatta ormai alle frustrazioni, ai soprusi e alle ingiustizie di tutti i giorni.

Il principio, vale la pena di leggerlo, così recita: “Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.”

Un ragionamento lucido, ineccepibile. Piano piano la rana si è assuefatta fino a diventare vittima di quello che non aveva riconosciuto come il male: il caldo.

Bene. Trasponiamo il ragionamento alla nostra società ed ai nostri tempi. Tutto quello che di negativo capita intorno a noi, perché non riconosciuto come negativo, progressivamente ci indebolisce e ci rende incapaci di una benché minima forma di ribellione. E questo perché all’inizio solo in pochi  hanno la capacità di riconoscere il torto, il male, la prevaricazione, la violenza.

La riconosciamo solo dopo quando è troppo tardi e quando qualsiasi reazione sarebbe, se non inutile, tardiva.

Quante cose sono accadute intorno a noi senza impensierirci, quante cose sono state sottovalutate, quante cose abbiamo pensato potessero avere un rimedio. E a quante cose ci siamo assuefatti colpevoli il nostro egoismo e la nostra indolenza.

Ciò che emerge dal principio di Chomsky è proprio la mancanza di reazione in ciascuno di noi per tutto quello che accade. Perché ci viene sottoposto in piccole e continue dosi, tanto da renderci indifferenti alle cose più deprecabili e detestabili.

L’uomo è un animale di abitudine ma dovremmo capire che è l’abitudine ad ucciderci. Il non interrogarci, l’accettare supinamente, il mettersi comodi tanto la vita va così. E finisce allora che accettiamo che altri scelgano per noi i nostri rappresentanti, che altri decidano se dobbiamo avere o meno una ferrovia o un’autostrada degne di questo nome, che altri utilizzino la giustizia a seconda di chi colpisce o chi tutela, e che altri ancora dispongano della vita nostra e dei nostri cari.

E poi c’è chi rimane sognatore e spera che le cose  possano cambiare e come i cani ulula alla luna.

A questi mi rivolgo. A quelli che pensano che del sito dell’ospedale al cittadino frega poco se poi i servizi al suo interno sono da terzo mondo. A coloro che pagano le tasse per vedere sgorgare l’acqua dai propri rubinetti. A quelli che rivendicano i propri diritti perché sanno che non sono favori. A quelli che non hanno una casa o un lavoro e pensano che i soldi per quella casa e quel lavoro qualcuno li utilizzerà rubando loro la speranza.

A quelli che continuano a chiedere per sapere, consci che nessuno risponderà mai loro.

A loro dico saltate prima che sia troppo tardi.

 

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza