CITTA' UNICA: FUORI I SECONDI

18/08/2014

 

Questa sperimentazione di trasporto pubblico locale integrato Cosenza-Rende, in barba al dettato regionale e in favore dei cittadini è semplicemente geniale! Se lo lasci dire, sindaco. Un protocollo d'intesa, quello siglato da lei e dal sindaco Manna che crea un precedente storico non solo nei rapporti tra le due realtà comunali, mache può essere paradigmatico per altre buone pratiche nell'area urbana. A questo punto, avendo rotto il primo mattone del muro, buttiamolo giù tutto, sindaco! Penso agli altri settori dei servizi pubblici in mano ai privati, sui quale far valere il principio di sussidiarietà sul quale la nuova sinergia Manna-Occhiuto fa leva in questi giorni. Pensiamo ai costruttori che spesso tengono vacanti i loro immobili una volta realizzati, al di qua e al di là del Campagnano. L'emergenza casa è una delle questioni all'ordine del giorno della nostra città. Perché non pensare, allora, ad applicare il principio di sussidiarietà anche su quelli? Si potrebbero destinare edifici nella disponibilità del Comune di Cosenza all'accoglienza di studenti Unical, e con un colpo di spugna spazzare via le speculazioni sugli affitti. Se dobbiamo usare il pugno di ferro, sindaco Occhiuto, usiamolo con tutti. Chi ha impedito lo sviluppo armonico dell'area urbana fino ad ora? La sussidiarietà dovremmo utilizzarla con tutti coloro che remano contro un'unione possibile. Penso a chi ha impedito che a Cosenza si realizzasse una facoltà universitaria, che a nostro avviso sarebbe il collante principale tra i due Comuni, dal quale poi verrebbe a cascata la sinergia su tutto il resto. E poi ci sono i servizi alla città e l'antica diatriba Rende-meglio-di-Cosenza. Ancora è in voga la critica che la differenziata a Cosenza non funzioni e a Rende invece sì. Allora perché non integrare anche questo servizio, abbattendo i confini del porta a porta o imitando dalle buone pratiche rendesi una soluzione che vada bene anche per Cosenza? E che dire dei lavori pubblici? Perché continuare ad affidare micro appalti alle ditte di fiducia, evitando gare per favorire la tempestività degli interventi, quando a Rende abbiamo la Multiservizi pronta ad assurgere allo stesso ruolo? Giardini, strade e altri lavori di piccola entità, potrebbero essere integrati tra i due Comuni, in modo da evitare, anche in questo caso, che sia il privato a dettare i suoi costi e i suoi tempi alla comunità dell'area urbana.

Sindaco, con questo suo agire nel senso dell'integrazione dei servizi tra Rende e Cosenza, lei ha iniziato un percorso che potrebbe davvero rivoluzionare l'azione dell'amministrazione nelle prassi di spesa pubblica dell'area urbana. Non indugi oltre, allora, e agisca nel senso della costruzione della città unica. Era questo che prospettava nella sua campagna elettorale. Cosa manca, oggi, per andare in quella direzione? Proprio nulla, ci pare. Specie ora che in una persona seria e per bene come Manna, ha trovato un ottimo interlocutore e, possiamo dirlo, un valido alleato. Vada con coraggio verso questa direzione, quella di un unico Comune che gestisca i servizi di una comunità che si sente unita e indica il referendum sulla città unica Cosenza-Rende. In una battaglia del genere, nel senso della città unica, noi potremmo persino stare al suo fianco. Perché quando si dice una cosa di solito la si porta avanti, non è questo il filo conduttore di tutta la sua azione?

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza

Presidente Gruppo "Polo Civico - Buongiorno Cosenza"

CAMBIARE TUTTO PER NON CAMBIARE NULLA

25/07/2014

 

Ci risiamo. Così come già avvenne su piazza Bilotti-Fera, ecco di nuovo una marcia indietro in un'opera pubblica cittadina per una questione burocratica non rispettata. Disattenzione, fretta di iniziare i lavori, leggerezza degli uffici, non ci importa tanto questo, che pure qualifica un'amministrazione nella cura di quello che fa. Ma la rimozione-non rimozione delle ringhiere delle aiuole di piazza Santa Teresa, ci da lo spunto per fare qualcosa di più, per avviare cioè finalmente una discussione aperta col sindaco su cosa stia realmente accadendo in città.

E prenderemo proprio il caso di questo ultimo cantiere avviato-non avviato (l'ennesimo) per iniziarla nel modo più chiaro e – si spera – esaustivo per tutti. Oggi in città sono in via di attuazione diverse opere, altre ne verranno, secondo programma del sindaco.

Nulla da eccepire, un'amministrazione ha tutto il diritto e persino il dovere di disegnare il futuro di una città. Ma disegnare, ecco dove sta il punto. Disegnare. Credo che il primo punto da cui partire, la prima domanda da cui cominciare sia: chi? Abbiamo visto più volte i comunicati del sindaco corredati dai progetti che disegnano le nuove prospettive di piazza Bilotti, delle piste ciclabili, della piazza Santa Teresa, così come delle fontane di via Arabia eccetera. Anche se profani, siamo comunque cittadini osservatori e per cui ci chiediamo: come mai lo stile di queste opere è tra loro così simile? E, per estendere ancora meglio la discussione al quesito che realmente ci interessa: chi disegna le nuove prospettive della nostra città? Un nucleo di progettisti? Un pool di esperti? Il nostro sindaco urbanista? Sarebbe un ottimo punto da cui cominciare, questo dei progetti.

C'è una città che sta cambiando volto e vorremmo sapere chi ne sta dipingendo i contorni. Con molta chiarezza, con nessuna polemica. Dire infatti, nel caso di piazza Santa Teresa, che la nuova piazza disegnata e presto realizzata “sarà in pratica il sagrato della chiesa”, in qualche modo condisce l'opera di una sacralità che fa a pugni con la laicità del progetto originario: la piazza che diventa il sagrato di una chiesa. Si è chiesto, sindaco, se questo va bene a tutti? Se lo è chiesto chi disegna oggi la nuova piazza? Chi, materialmente, ha progettato l'opera? E come lo ha fatto: seguendo i suggerimenti della Curia? Quelli di un gruppo di cittadini cattolici? O a seguito di uno studio del sindaco sull'integrazione tra chiesa e piazza?

Abbiamo chiesto le carte agli uffici, ma sono passati 47 giorni. Posso fare un esposto in Procura per omissione di atti d'ufficio ogni volta? Vorrei risolvere le cose politicamente, ma non mi è concesso. Stiamo sempre a denunciarci tra di noi. Perché le denunce vanno fatte sindaco, ma anche quando sono politiche, è necessario fare i nomi e lei i nomi non li fa. E qui si arriva inevitabilmente al secondo punto, ossia alla seconda domanda: come? Il sindaco faceva riferimento, in una sua precedente nota, al sacco di Palermo. Migliaia di concessioni edilizie che negli anni Sessanta, sotto la guida di Lima e Ciancimino, portarono alla demolizione di edifici storici e alla speculazione edilizia più selvaggia, tanto da fare storia. Ma soprattutto, il sacco di Palermo, quel sacco, fu la prima gigantesca testimonianza dell'infiltrazione mafiosa negli appalti della città.

Quasi duemila permessi concessi a prestanome, parenti di mafiosi o esponenti di zone non tanto grigie riconducibili a Cosa nostra. Ebbene, senza andare troppo lontano nei tempi e nei luoghi, la relazione della commissione d'accesso che ha portato allo scioglimento del Comune di Reggio Calabria racconta una storia che a quel sacco va molto vicina. Di chi parlava il sindaco nel suo comunicato? Chi sono gli omologhi del sacco di Palermo qui a Cosenza? Sono suoi vecchi alleati? Sono la sua opposizione? Occhiuto i nomi non li fa, ma certo ciò che dice è allarmante. Non può lasciarci indifferenti.

Chiediamo dunque al sindaco di operare il massimo della trasparenza e di indicare volta per volta quali ditte partecipano e vincono le gare, quanti soldi verranno impiegati per l'opera e quali siano i tempi per la realizzazione delle stesse. E questi due ultimi tasselli non sono cosa da poco, caro sindaco. Perché la storia recente di Reggio Calabria, guidata dall'allora sindaco Scopelliti, che su quel modello tanto declamato ha improntato la sua azione alla guida della Regione, racconta di tasse triplicate con le quali i cittadini pagano i debiti di servizi scadenti, di aziende comunali al collasso, di emergenze sociali talmente lievitate da mettere a rischio persino le spese fisse del Comune.

A proposito, come stanno le finanze di quello di Cosenza? Già perché le opere devono farsi, sindaco, ma bisogna capire se li abbiamo i soldi per farle e per completarle... Il terzo punto è invece: perché? E qui si accende la discussione a mio avviso più interessante, ossia quella sulla scelta della destinazione dei fondi pubblici su questa o quella opera, su questa o quella emergenza. Mi chiedo, le chiedo, ci chiediamo quindi: perché piazza Bilotti e non il centro storico? E ancora perché piazza Santa Teresa e non Piazza autolinee? Perché piazza XXV Luglio e non invece Vaglio Lise?

Ferme restando le scelte strategiche dell'amministrazione, quali sono le reali emergenze che il Comune individua come imprescindibili per un buon governo della viabilità, dell'ambiente, dell'urbanistica cittadina? Sono tutte opere che rientrano nel centro città quelle che sanano le emergenze? Perché se è così lo si dica chiaramente e i cittadini sapranno almeno quali sono i reali intendimenti del Comune: abbellire il centro città, abbellirlo al massimo e in fretta.

Occhiuto infine parlava dei beni comuni, che non sono la sommatoria delle istanze dei singoli, ma qualcosa che va oltre le proprie individuali aspirazioni. Ebbene, sindaco, noi saremmo anche disposti a sacrificare i nostri piccoli privilegi da singoli, come quello di circolare liberamente in una piazza senza rotatorie per la circolazione, come godere degli alberi secolari e anche perché no, della memoria dei luoghi.

Ma ad una condizione: che a tutte quelle domande (chi, come, perché e altre ancora) venga data risposta. Perché come dimostrano altri esperimenti cittadini, di questa e altre città, dare la parola alla comunità che in quei suoi rendering dovrà poi viverci nella vita vera, è un valore aggiunto dell'opera, non un bieco interesse personale frutto della sindrome “non nel mio giardino”.

La sindrome di cui siamo affetti noi cittadini, visto che le piace sempre mettere etichette cliniche a ogni critica alla sua amministrazione, è quella della buona politica. Quella fatta di partecipazione, senza deleghe in bianco. Quella fatta di trasparenza e di azione condivisa. Quella che distingue dei sudditi passivi da membri attivi di una comunità.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza

Presidente Gruppo "Polo Civico - Buongiorno Cosenza"

 

CHI HA TEMPO NON ASPETTI TEMPO

22/05/2014

 

Le problematiche del nostro cimitero hanno origini lontane e fino ad oggi i provvedimenti adottati sono serviti solo a tamponare le emergenze anziché risolverle. Eppure basterebbe poco per mettere in sicurezza l’area e consentire ai cosentini la piena fruibilità di questo luogo a loro così caro.

Più che basterebbe però, sarebbe opportuno dire sarebbe bastato poco.

Pochi infatti sanno che nell’ottobre 2011 è stata firmata una convenzione per ottenere 2 milioni di euro del FERS Por Calabria (Programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale) 2007/2013. Convenzione che solo due anni dopo (sic!), ovvero nel 2013, ha prodotto un progetto esecutivo che andato a gara, ancora oggi, maggio 2014,  non è stato aggiudicato.

Ecco, questa è la domanda: con a disposizione due milioni di euro per intervenire sul dissesto idrogeologico del cimitero, perché si è perso del tempo prezioso per l’indizione della gara? Perché non è stata ancora aggiudicata? Perché alla luce di una rendicontazione da fare obbligatoriamente entro il 31 dicembre 2015, pena la perdita del finanziamento, si continua a perdere tempo? Perché? Domande semplici, risposte semplici.

E’ chiaro che il problema a questo punto è capire se esiste un modo per recuperare il tempo perduto. Al momento la situazione è davvero critica, al limite del non ritorno, infatti bisognerebbe, aggiudicare l’appalto, sperare che nessuno faccia ricorso, confidare in procedure fulminee e realizzare il tutto alla velocità della luce.

Impresa titanica se si pensa che è già un anno che si lavora in città per fare quattro marciapiedi. Speriamo non sia l’ennesima beffa per i cosentini e che a nessuno venga in mente di dare le colpe  alla burocrazia, alla farraginosità delle leggi, alla malasorte e chi più ne ha più ne metta.

Niente di più falso. La colpa di questo ritardo è solo ed esclusivamente di una classe politica insipiente, che non sa programmare, che ritiene “non utili” opere che non generano consenso, che non sa interfacciarsi con la burocrazia, che, in una frase, non riesce a fare le cose per il sol motivo che è giusto farle. Si fosse trattato di realizzare un parcheggio sotterraneo o di demolire un ex albergo si sarebbero superati ostacoli insormontabili, ma si tratta del nostro cimitero ed i morti, si sa, non votano.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza

ATTENDERE ... PREGO

29/05/2014

 

Sembra che l’obiettivo del Comune di Cosenza sia quello di perdere alcuni tipi di  finanziamento. Ci sta provando con quelli destinati al cimitero così come con quelli legati al collettamento ed alla depurazione degli scarichi fognari (attualmente l’impianto esistente conferisce tutti i liquami nel Crati senza particolari trattamenti).

Su quest’ultimo, è significativo il fatto che il nostro ente, tra i comuni aderenti al consorzio Vallecrati estensore del progetto, è l’unico a non aver fatto approvare lo studio di fattibilità, mettendo a rischio anche i posti di lavoro legati alla depurazione, sia quelli esistenti sia quelli che potrebbero concettizzarsi all’interno della struttura che dovrebbe nascere a fronte del finanziamento.

I termini per far partire  la realizzazione dell’opera, che prevede un project-financing,  scadranno il 30 giugno. Se per quella data non ci saranno proroghe, Cosenza si troverà fuori da questa opportunità, ma ciò che è ancor più grave, trascinerà nel baratro anche gli altri comuni consortili che invece hanno già provveduto ad approvare lo studio.

Un ritardo colpevole, dunque, e del quale non si capiscono le motivazioni.

E pensare che l’approvazione definitiva spetta al ministero dell'Ambiente dove, fino a qualche giorno fa, era direttore generale proprio quel Clini, assurto in questi giorni agli onori della cronaca, notoriamente molto vicino al sindaco di Cosenza.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza

Presidente Gruppo "Polo Civico - Buongiorno Cosenza"

 

Presidente Gruppo "Polo Civico - Buongiorno Cosenza"

 

NON C'E' PACE PER I NOSTRI MORTI

20/05/2014

 

a sistemazione del cimitero di Cosenza non rientra nei piani di questa amministrazione. Il dato emerge dal completo abbandono in cui versa l'area cimiteriale tanto cara ai cosentini. La strada d’accesso franata, alcune cappelle interdette per pericoli di crolli, manutenzione inesistente e degrado generalizzato sono dati inoppugnabili. A ciò si aggiungano le condizioni di fatiscenza nelle quali versano  alcune cappelle pubbliche e private ed il quadro è completo. Ma se per gli interventi manutentivi (smottamenti) occorrerebbero diverse centinaia di migliaia d’euro -che seppure erogati dalla Regione non si sa dove siano finiti -per le cappelle ammalorate basterebbe ingiungere le proprietà affinché curino la loro mesa in sicurezza ed il loro decoro.

E’ chiedere troppo evidentemente. Il cimitero non deve essere una priorità di Occhiuto ed i suoi. Meglio dedicarsi a lustrini e paillettes che di questi tempi fanno più audience.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza

Presidente Gruppo "Polo Civico - Buongiorno Cosenza"