VE L'AVEVAMO DETTO

24/10/2007

 

Non scivolano via le notizie che quotidianamente leggo sulla stampa locale. Mi lasciano, al contrario, un vago senso di impotenza misto ad amarezza per ciò che poteva e doveva essere e non è stato. E questi stati d’animo non riguardano, purtroppo, solo me, ma i tanti che ogni mattina si svegliano e sperano che quel giorno sarà diverso, migliore.

Da “eletto” di questa città non posso sottrarmi ad un sentito, forse eccessivo, mea culpa. Voglio anche io accollarmi una parte di quelle responsabilità che la gente, giustamente, attribuisce alla classe politica, per come le cose vanno nella città di Telesio.

Piccole o grandi, bisogna ammetterlo, le responsabilità sono di tutti, ed assumersele può solo testimoniare la buona fede di un impegno.

Il rammarico o la contrizione, tuttavia, non eliminano i problemi ma possono, se ben orientati, spingere ciascuno di noi ad individuare rimedi, o quantomeno a provarci.

Se a qualcuno oggi può bastare dire “l’avevamo detto”, a chi come me, ha affrontato l’esperienza consiliare con il solo spirito di servizio, ciò non basta ed è per questo che, accoratamente, rivolgo al sindaco Perugini l’invito a correre ai ripari prima che sia troppo tardi, prima, cioè, che la barca affondi trascinando con se tutti noi.

Certo, noi che viaggiamo in terza classe, senza gioielli e vestiti scintillanti, perderemo meno nel naufragio, ma sempre di naufragio si tratterà.

Quando la Corte dei Conti fa rilievi così mirati ed incontestabili, quando si assiste alla dismissione della stazione di Vaglio Lise o alla chiusura della Banca d’Italia,  vuol dire che anche il tempo dei proclami e della propaganda è finito. I faremo, i diremo, i protesteremo non servono più a nulla.

Il gruppo nel quale svolgo con scienza e coscienza il mio ruolo di consigliere comunale ha in questo anno e mezzo posto con determinazione alcune questioni. Si sono sbagliati i toni? Gli animi a volte sono sembrati esasperati? Non è stata usata l’amicizia civica alla quale il sindaco uniforma i suoi comportamenti? Chiedo io umilmente scusa. Ma ciò detto, parliamo, per favore, della città.

Si vuole capire che se non si da vita ad un coinvolgimento autentico di tutte le forze sane di questa città, che stanno a destra come a sinistra, si è destinati a diventare spettatori di un inesorabile declino?

Qualcuno pensa che la logica del giorno dopo giorno, dell’inciucio e delle camarille, possa rappresentare per Cosenza “il nuovo corso”. Non è così.

Miseramente stanno fallendo i tentativi di cooptare questo o quel consigliere per sopravvivere un giorno di più. E miseramente falliranno gli sforzi di coloro che ritengono che per amministrare serva il voto in più. Nel gruppo al quale appartengo, o meglio, in tutta la minoranza, ci sono idee, progetti, amore per questa città. Basta, una buona volta, con le guerre personali. Basta con il dispetto e la vendetta. Cosenza non può più perdere tempo. Ha già perso tanto di quello che aveva e tanto altro lo perderà se non si inverte una buona volta la rotta.

E sinceramente, sono anche stanco di ripetere che l’avevamo detto.

 

SERGIO NUCCI

un Consigliere Comunale che ama Cosenza