24 Maggio 2007
L’Amministrazione risponde via stampa
E’ al sicuro la statuina di “San Giorgio e il Drago”
Niente paura per il “San Giorgio e il Drago” di Salvator Dalì e, in particolare, per la minuscola donna che era ai piedi della statua e che da tempo è uscita di scena.
Alla preoccupazione di un consigliere comunale, l’Amministrazione comunale risponde ricordando che la statuina venne rimossa non appena si constatò che, fissata al resto dell’opera solo con un perno alla punta del piede, sarebbe stata facilmente asportabile da qualche malintenzionato. Quindi, solo per ragioni di sicurezza non si trova al suo posto.
La statuina è stata custodita per qualche tempo dal rappresentante della famiglia donatrice delle opere del Map, Enzo Bilotti, il quale ha poi affidato il pezzo a tecnici della Sovrintendenza perché si studiasse il metodo migliore per riproporla in piena tranquillità alla fruizione del pubblico. Non appena possibile farlo in piena sicurezza, dunque, la piccola donna verrà rimessa esattamente dove fu pensata dal genio di Dalì.
Ufficio Stampa del Comune di Cosenza
Ed io controrispondo ai Faccituosti
Dice il proverbio: “Male non fare, paura non avere". E fra i miei stati d’animo non c’era certo la paura per la sorte della statuina del Dalì. Al massimo la preoccupazione che qualcuno l'avesse persa. Ma così non è, e ne sono felice. Per quello che è costata....
Passo invece, se questo può interessare, dalla gioia alla rassegnazione. Gioia, incontenibile, per aver avuto risposta ad un mio quesito in tempi rapidissimi, nonostante in una nota dell'ufficio stampa del Comune mi si chiarisse, lo scorso 26 ottobre, che "Ad interrogazioni e interpellanze si risponde in Consiglio comunale… per come recita l’art. 29 comma 2 del Regolamento dei lavori consiliari”. Rassegnazione se penso che è più di un anno, da quando cioè è stata rimossa per ragioni di sicurezza, che valenti tecnici chiamati all'abbisogna, si arrovellano su quale sia il metodo migliore per riproporla in piena tranquillità alla fruizione del pubblico.
Confido che un giorno ci diranno come.
Sergio Nucci