17 Maggio 2007
Apprendo dalla stampa che il Sindaco Perugini sta pensando di affidare all’esterno del Comune l’incarico di portavoce.
Poco o nulla avrei da ridire se non fosse che proprio questa amministrazione lamenta gravi ed ingiustificate carenze che l’assunzione di un portavoce non può certo colmare.
Non me ne voglia alcuno se anche stavolta assumo, e in gran solitudine, il ruolo di fustigatore del buon Salvatore, ma mi chiedo e lo chiedo soprattutto all’amministrazione: erano queste le urgenze da risolvere, i vuoti da colmare negli uffici del Comune?
Riecheggiano ancora nelle mie orecchie le parole dell’assessore Ambrogio a proposito dell’inserimento in pianta organica di uno o più geologi al fine di frenare la pesante emorragia economica cui è costretta l’amministrazione ogni qualvolta deve acquisire pareri tecnici su opere da realizzare in città (la Geocal ne sa qualcosa).
Ma penso anche alle continue e comprensibili lagnanze di qualche assessore che non dispone nel proprio assessorato neanche di un dirigente in grado di concretizzare le tante iniziative, i tanti progetti che rimangono, per questo, solo nei suoi desiderata.
Va sottolineato che la pratica relativa al portavoce se da un lato colmerà (speriamo) il deficit comunicativo del Sindaco - anche se mi è difficile pensare che potrà far meglio dell’ufficio stampa che in questi mesi ha vicariato egregiamente il ruolo scoperto - dall’altro, inevitabilmente, aprirà un pernicioso problema sull’insistente e mai sopita questione relativa ai costi della politica.
Il portavoce in pectore è persona degna e capace e, quindi, presterà la sua opera dietro lauto compenso. Per qualcuno la somma che percepirà potrà essere considerata spropositata se si pensa che da sola ammonta a quanto ha in bilancio un singolo assessorato come le politiche giovanili per tutto il 2007, per altri assolutamente irrisoria se consentirà a questa amministrazione di contrabbandarsi agli occhi degli amministrati come capace, efficiente e rispondente alle necessità della collettività.
Ma questa nomina, fa nascere anche altri interrogativi circa il tempismo con il quale il Sindaco ha commentato, ad esempio, la querelle relativa alle indennità dei consiglieri.
Mi chiedo, e lo chiedo all’amministrazione: se il buon Sindaco era così convinto che il lavoro dei consiglieri dovesse essere adeguatamene retribuito, perché all’indomani dell’insediamento di questo Consiglio non ha fatto revocare la “famigerata” delibera commissariale sul taglio dell’indennità?
Mi chiedo, e lo chiedo all’amministrazione: a tutti questi dubbi che assillano le ormai calde giornate in città, qualcuno darà mai una risposta?
Sergio Nucci