UN SILENZIO ASSORDANTE

10/09/2012

 

E' assordante il silenzio della politica locale sullo smantellamento della Carime nella  nostra regione. Se non fosse per qualche voce isolata, si potrebbe dire che la morte dell'istituto di credito più importante della storia calabrese non interessa davvero nessuno.

Eppure non è così. La Cassa di Risparmio di Calabria e di Lucania ha segnato nel bene (e qualche volta nel male) più di cento anni della nostra storia. Ha contribuito alla crescita ed allo sviluppo di un mondo professionale ed imprenditoriale di discreto livello, ha dato da mangiare a tante migliaia di famiglie e soprattutto ha costituito un volano di iniziative importante per il meridione e fondamentale per la nostra collettività.

Eppure il lento ed inesorabile declino degli ultimi anni è stato sopportato supinamente da politici di alto, medio e basso rango, senza una piega, senza una protesta, rassegnati tutti assieme al capezzale del morituro. Ed ora che la fine, quella definitiva, è alle porte non si ode alcun singhiozzo per cotanta perdita.

Ma ci siamo abituati. Tagliano i treni in Calabria e a Cosenza: silenzio assoluto. Chiudono la Banca d'Italia: silenzio assoluto. Smantellano la Ubi-Carime ex Cassa di Risparmio: silenzio assoluto.

Qui non si tratta di essere dalla parte dei dipendenti. Qui non si reclama la centralità di una banca un tempo fiore all'occhiello del meridione. Qui si rivendica la propria storia perché la Carime è la storia della Calabria e di Cosenza in particolare.

In altri tempi una banca come la nostra avrebbe dato slancio ed impulso all'economia del territorio. Dalle nostre parti l'inizio della crisi non è stato segnato dal tracollo della Lehman Brothers bensì dalla "svendita" della Cassa di risparmio.

Oggi non si intravedono soluzioni. O almeno questa nostra politica non sembra in grado di suggerirne alcuna, tuttavia, potrebbe avere il merito, se lo facesse, di indignarsi al cospetto di un atteggiamento arrogante e menzognero da parte di chi travisa gli accordi e disonora i patti.

Quando la Carime si fuse con Caripuglia e Carisalerno, era ben chiaro che a Cosenza sarebbe rimasto un ruolo direzionale, decisivo nell'ottica di un auspicabile rilancio, ma le scellerate decisioni di questi giorni dicono un'altra cosa: gli impegni assunti erano solo carta straccia e che oltre allo smembramento degli uffici ed alla riconversione delle agenzie, ben 1500 posti di lavoro saranno definitivamente cancellati.

Ecco cosa può fare la politica: ricordare a chi ha la memoria corta gli impegni e farli onorare. A costo, anche, di rivedere tutte le collaborazioni che gli enti locali calabresi intrattengono con la UBI Carime (Tesoreria della Regione Calabria in primis).

Per un ente, grande o piccolo che sia, conviene avere a che fare con una banca locale, con la quale interfacciarsi in tempo reale, o servirsi di una banca che ha la propria direzione a due o trecento chilometri di distanza?

 

Sergio Nucci

Buongiorno Cosenza - Italia Futura Calabria