14/06/2012
Com’è nato il rapporto con Italia Futura?
«I primi contatti risalgono al maggio dello scorso anno, durante la campagna elettorale. Il movimento civico che ho guidato come candidato sindaco ha preso coscienza del fatto che c’era un movimento culturale, nato sui grandi temi, in predicato di estendersi sul territorio. Questo ci ha spinto a contattare Italia Futura e a presentarci come realtà operante sul territorio. Un movimento, il nostro, fatto dalla società civile, nato fuori dalla politica e che si presentava alle elezioni con una serie di liste civiche. Da lì Italia Futura ci ha seguito con attenzione. Quando hanno capito che c’era serietà d’intenti hanno iniziato ad invitarci alle riunioni. Poi è arrivata una vera e propria convocazione. È stato un matrimonio spontaneo tra due sensibilità che considerano la politica come un servizio. Italia Futura – è utile precisarlo – non è un partito. È un laboratorio di idee ed è un posto di moderati, ovvero di persone che non amano i toni forti e che quando individuano il problema si impegnano per studiare una soluzione. Se critichi e basta diventi il qualunquista di turno che vive una sola stagione».
Il polo civico “Buongiorno Cosenza” sarà traghettato in Italia Futura?
«”Buongiorno Cosenza” ha l’ambizione di dare una speranza alla città, Italia Futura, se dovesse diventare un partito – ma non è detto – vuole offrire una speranza al Paese. Tutta “Buongiorno Cosenza” ha condiviso passo dopo passa questa marcia di avvicinamento e gli iscritti sono pienamente convinti che questo sia un percorso obbligato. I partiti tradizionali hanno fallito, le forze moderate non riescono a coagularsi attorno ad una proposta».
Il terzo polo, quindi anche l'Udc suo vecchio partito, non si è mostrato insensibile a Montezemolo. Il fatto di non allontanarsi troppo dall'area centrista ha influito sulla sua scelta?
«Ho aderito in passato all’Udc perché credevo nel progetto della Costituente di centro. Non è andato in porto e lo scoramento mi ha indotto a lasciare l’Udc. Oggi il movimento che nasce, e che potrà diventare qualcosa di più o restare quello che è, mi appassiona. Lo concepisco come un luogo d’incontro di chi non ha fatto una scelta verso la socialdemocrazia né verso il conservatorismo che tutela i poteri forti».
E in Calabria che effetti può avere il movimento?
«La Calabria ha bisogno di mettere insieme persone di buona volontà. E noi, che non cerchiamo né pennacchi né medagliette da appuntare sulla giacca come testimonia la nostra storia, vogliamo spenderci per una generazione che pensi davvero di essere stata fortunata a nascere qui».
Domani incontrerà il suo movimento al cinema Italia. Come mai questa convocazione?
«Dopo un anno sentivo il bisogno di ritrovarmi con chi ha condiviso con me un percorso esaltante e dir loro che non abbiamo perso nulla del consenso riscosso alle amministrative. Anzi, oggi potremmo raccogliere di più. Il cinema Italia segnerà l’inizio di una nuova stagione di “Buongiorno Cosenza”. Il patrimonio che abbiamo messo insieme così faticosamente non andrà disperso e la politica questo deve saperlo».
Tra poco in Consiglio voterete il bilancio preventivo. Ha deciso se si collocherà in maggioranza o in minoranza?
«Guardiamo con molta attenzione alle scelte dell’amministrazione e siamo consapevoli che il momento non è dei più felici. La volontà del movimento è quella di realizzare i punti programmatici condivisi con il sindaco. Abbiamo le giuste energie per farlo. Aspettiamo che si creino le condizioni per realizzare quello che ci siamo detti un anno fa».
Maria Francesca Fortunato
Il Quotidiano della Calabria