IL BILANCIO "BREVETTATO"

20/11/2010

 

Al Comune di Cosenza hanno escogitato un metodo perfetto per mantenere il bilancio comunale sempre in pareggio. Metodo brevettato che, probabilmente, visto il ruolo del Sindaco nell’ANCI e le ristrettezze nelle quali si affannano le amministrazioni locali, potrà essere esportato in tanti altri comuni della penisola. Il metodo “Cosenza” è semplice: consiste da un lato nel gonfiare le entrate, dall’altro nel non onorare gli impegni, ovvero nel non pagare i debiti.

La considerazione di quest’oggi, penosissima, parte dall’ennesimo episodio di strafottenza del potere nei confronti dell’onesto cittadino. Stavolta  si tratta di un imprenditore che a fronte di lavori di bitumazione effettuati per l’Amministrazione Comunale, già da diversi mesi, nonostante le sue continue e legittime sollecitazioni, non ha visto riconosciuto il dovuto pattuito (l’interrogazione a riguardo, la 112^, è stata presentata stamane). L’imprenditore in questione è persona seria ma, soprattutto, disposta a scoperchiare la pentola su un sistema che al Comune di Cosenza, dicono, è prassi. Fai un lavoro, eroghi un servizio, presenti una parcella, per farti “pagare” devi sudare sette camicie. E, se non bastasse, in qualche caso, devi anche accomodarti nella stanza del potente di turno che, a fronte di un assolutamente dovuto interessamento, ti ricorda che di qui a poco si voterà e questa “disponibilità potrà essere ripagata  con il voto a qualche congiunto o amico.

Triste ma vero. Questa è la realtà di questi giorni (o di questi anni?) a Palazzo dei Brzui. Non ce l’ho con dirigenti, funzionari o dipendenti del bilancio. Si arrampicano sugli specchi, tolgono qui e mettono li, proprio come con le vacche di Fanfani, sapendo bene che se la coperta è corta da qualche parte scoprirà.

Se non si paga l’IRAP per gli amministratori si spera che qualcuno (il sottoscritto) non lo scopra. Se non si finanzia il fondo di solidarietà si spera che qualcuno (il sottoscritto) non lo scopra. Se non si pagano le parcelle degli avvocati (il più delle volte giovani alle prime e retribuite esperienze professionali) si spera sempre che qualcuno (il sottoscritto) non lo scopra.

Il più delle volte va bene. Altre, come in questo caso, no. Allora prendo la penna e scrivo, interrogo, urlo la mia indignazione. L’ho fatto per cinque anni senza tentennamenti e senza cedere a lusinghe, minacce o indifferenze. L’ho fatto perchè lo dovevo alla mia città, l’ho fatto senza pensare ad elezioni o carriere. L’ho fatto perché era giusto farlo e se qualcuno ha apprezzato il mio impegno, un bravo sarebbe gradito.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza