LE IPOCRISIE DELL'AREA URBANA

15/04/2010

 

Le polemiche di questi giorni tra il rettore Latorre ed il sindaco Bernaudo sulle quali, ovviamente, non entro nel merito, testimoniano che i tempi per ragionare serenamente e costruttivamente di area urbana non sono ancora maturi.  La Grande Cosenza, un’idea di democristiana memoria, nata tanti anni fa, e comunque molto prima che facesse capolino nei suoi attuali sostenitori, non sembra godere buona salute. La gestazione lunga e dolorosa risente di malesseri riconducibili più che a divergenze di impostazione a interessi di campanile mal conciliabili con un progetto di questa portata.

Non serve alimentare polemiche e non serve neppure ricordare la primogenitura di quell’idea. Serve ora capire quanti sono davvero disposti a spendersi per quel progetto, dichiarando ora cosa si aspettano dall’area urbana e a cosa sono disposti a rinunciare. Perché di ciò si tratta: nessuno può illudersi che in un discorso di così ampio respiro ci sia da un lato chi prende e da un lato chi da. Non funziona così, non può funzionare.

Per prima cosa va messo da parte il campanile. Le scelte che guardano da qui a venti o trent’anni non possono essere condizionate da una linea di confine. La Grande Cosenza non può e non deve avere il respiro di una stagione, magari la prossima nella quale ci saranno le amministrative, ma essere modulata per essere goduta dalle future generazioni. Questo è immaginare e costruire il futuro. Questo è il compito della politica.

Con questa premessa vorrei rivolgermi a quanti, oggi, auspicano un cammino comune che disegni una grande area urbana. Con questa premessa immagino una seria riflessione sul nuovo ospedale sul quale il Consiglio Comunale di Cosenza sarà, spero a breve, chiamato a d interrogarsi.

Siete voi, signori, seriamente e credibilmente disposti a mettere da parte la vostra appartenenza e a ragionare scevri da pregiudizi su quale sia la miglior collocazione per il nuovo ospedale?

Siete voi convinti che il nuovo nosocomio debba essere patrimonio ed al servizio di una intera area urbana collocandosi lì dove la densità abitativa cresce sempre più in maniera esponenziale?

Siete voi certi che “consegnare” l’ospedale a Rende non significhi anche creare le premesse per realizzare la Facoltà di Medicina presso l’Università della Calabria?

Io le mie riflessioni le ho già fatte ed amando Cosenza, dal profondo dell’animo, penso anche che se voglio per la mia città immaginare un futuro devo costruire intorno ad essa condizioni di vivibilità ed appetibilità che purtroppo si stanno perdendo.

Penso che immaginare una grande area urbana rispettosa di vocazioni e peculiarità non significhi mantenere un ospedale, magari in una zona difficilmente raggiungibile e comunque non utile ad uno sviluppo sostenibile. Penso che la rinuncia ad una struttura importante, se razionalmente concordata, possa rappresentare un ulteriore  passo verso la costruzione di quelli idea che molti, strumentalmente, rilanciano a fasi alterne forse solo per questioni elettoralistiche.

Ho forte il sospetto che parlare di area urbana significhi fare tattica in vista delle amministrative del prossimo anno.

Sono sostenitore del ruolo di Cosenza, sono sostenitore dell’area urbana e sono convinto che lo sviluppo passi da una seria progettazione che non guardi da qui a due o massimo tre anni. Immagino, e ne sono fiero, una città-area urbana e sono tra i sostenitori di un nuovo ospedale che si interfacci con l’università di Arcavacata diventando centro d’eccellenza e facoltà  di medicina.

Se c’è coerenza nelle nostre parole, anche le scelte che disegnano il nostro territorio  devono essere compatibili con l’idea che propugniamo e non si riducano agli angusti recinti nei quali da quattro anni annaspa la nostra città.

Se c’è davvero la volontà di avviare un ragionamento su una grande, funzionale e armonica area urbana è necessario, davvero, ridisegnare i ruoli e le funzioni di ogni singola comunità, rivedere confini, vocazioni, e perché no ambizioni. Solo dopo, abbandonando le beghe da cortile, ragionare sul futuro … non il nostro ma di chi verrà dopo.

 

Sergio Nucci

Consigliere Comunale di Cosenza