10/09/2009
Il dibattito scaturito in seguito alle dichiarazioni del Preside Andò circa l’istituzione ad Arcavacata della Facoltà di Medicina, mi spinge a ribadire una posizione già espressa nell’aula consiliare a più riprese circa la personale convinzione che il nostro ateneo, per i pregevoli risultati raggiunti in questi anni , ma soprattutto per l’innegabile ricaduta su tutto il territorio calabrese, è ormai maturo per l’istituzione della nuova facoltà.
Se si vuole imprimere alla nostra sanità una svolta epocale, ovvero se si vuole assurgere agli onori della cronaca non per il buco miliardario delle nostre ASP, o per la gestione clientelare e nepotistica di aziende ed ospedali o per le mille inefficienze, ascrivibili più che agli uomini alla politica di questi anni, è necessario cominciare a educare e “trattenere” le nostre belle intelligenze qui dove si formano. E affinché questo accada dobbiamo offrire strutture adeguate, centri di ricerca all’avanguardia e una classe politica incline più che al compromesso ed al piccolo interesse di bottega ai grandi e ambiziosi progetti che questa terra merita.
Certo, immaginare che una facoltà, di colpo, cambi le sorti della sanità locale, è troppo, ma è ragionevole pensare che, disponendo di ricercatori rigorosi, di strutture d’eccellenza, di personale motivato e gratificato, le magagne, i ricatti, gli “affarucci” che la politica oggi si consente, con arroganza e prepotenza, subirebbero una drastica battuta d’arresto con il grave disappunto dei soliti burattinai.
Rimane tuttavia una considerazione. Per fare una facoltà di medicina, degna di questo nome, c’è bisogno di un dettaglio che non è né piccolo, né trascurabile: un nuovo ospedale.
Un ospedale, o meglio un policlinico universitario, è la condizione senza la quale non si può dar corso a questa legittima aspirazione. Il problema allora nasce se tra chi chiede la nuova facoltà ci sono anche coloro che ritengono che l’unico ospedale da realizzare nella nostra area urbana sia quello di Donnici.
Ora mi chiedo e chiedo: è compatibile la posizione di chi ritiene da un lato di volere la facoltà di medicina e dall’altro l’ospedale a Donnici?
Ammesso che la nostra area urbana avrà in futuro un nuovo ospedale, ed ammesso che verrà istituita la facoltà di medicina è pensabile un ospedale universitario a Donnici?
Non capisco come ci si ostini, e sempre per motivi di campanile (lo stesso campanile che privò la nostra università di Medicina, Giurisprudenza ed Architettura) a pensare che un ospedale fuori il perimetro cittadino indebolisca il ruolo del capoluogo.
Avere l’università a Arcavacata è stata una grande opportunità per l’intera area urbana, che chi meglio chi peggio ha sfruttato secondo le proprie capacità e secondo le proprie vocazioni. Se Cosenza ha perso quella grande occasione non è per colpa di altri ma solo per demerito proprio.
Non cadiamo nel solito becero vizio di demolire il prossimo per giustificare il nostro insuccesso.
Vorrei uscire da questa logica che ha fatto in tutti questi anni solo danni e ribadire con forza che se davvero si vuole una facoltà di medicina in primo luogo ci si unisce a destra come a sinistra e la si rivendica con convinzione ed consonanza, successivamente, ragionando scevri da personalismi, si individua la migliore collocazione, funzionale in primo luogo al compito (che è quello di centro di ricerca), infine, la si lega al territorio con infrastrutture degne di un paese civile.
Diversamente si fa un pessimo servizio alla collettività, a noi stessi ed ai nostri figli. E quel che è peggio si turlupinano, per l’ennesima volta, i nostri concittadini.
Sergio Nucci
Capogruppo UDC – Comune di Cosenza