23/04/2009
Salvatore Perugini è un conservatore. Non c’è alcun dubbio. Ma conservatore nel senso classico del termine, cioè uno che tende a mantenere, a perpetuare, a non cambiare (Garzanti).
Ci sono voluti circa tre anni della sua sindacatura, ma ora ne sono assolutamente convinto.
Nel suo cammino amministrativo, Perugini non ha mai fatto il gesto o dato l’impressione di modificare lo status quo che questa città quotidianamente mostra. Non ha mai mosso un dito per rimuovere incrostazioni o abolire privilegi illegittimi. Anzi, con la sua completa acquiescenza, li ha assecondati e paradossalmente alimentati.
Questa è, probabilmente, agli occhi dei suoi elettori, la colpa più grave di Perugini: non aver saputo interpretare la legittima speranza di un ritorno alle regole che in molti che lo hanno votato, avevano quel 28 maggio. Gran parte del suo elettorato pensava che certe deprecabili consuetudini sarebbero state definitivamente cancellate, ma non è stato così. E, sotto gli occhi di tutti, rimane ben visibile il fallimento dell’esperienza Perugini.
Così come rimangono intatti i tanti “privilegi” di pochi fortunati. Di quelli che hanno il parcheggio riservato sulle strisce gialle perché loro vanno a lavorare (come se gli altri andassero a divertirsi), di quelli che occupano il suolo pubblico tanto nessuno dirà loro niente, di quelli che chiudono strade o costruiscono vetrine sui marciapiedi pubblici. Di quelli che parcheggiano in terza fila, con l’assenso dei vigili, perché i propri figli escono da scuola e devono avere l’auto pronta a riportarli a casa, di quelli che hanno in concessione lo stadio ma non si sognano di pagarne la manutenzione, di quelli che usano i teatri cittadini ma che di pagare il ticket non se ne parla proprio. Di quelli che possono costruire dove e quanto vogliono tanto una scappatoia la si trova sempre, di quelli che vedono le proprie pratiche passare in commissione consiliare e/o in consiglio comunale alla velocità della luce. Di quelli che la loro strada è sempre pulita, il marciapiede rifatto e l’asfalto nuovo di zecca perché loro hanno un amico al Comune. Di quelli che hanno un posto sempre in prima fila perché il biglietto omaggio poi si rimedia. Di quelli che rubano l’acqua comunale tanto chi li scoprirà mai. Di quelli che si arrangiano in piccole o grandi consulenze tanto a pagare siamo tutti noi.
Di tutti quelli che pensano che mantenere tali privilegi sia ormai un diritto acquisito e nessuno osi mai modificarlo.
Aver conservato tutte queste “cattive abitudini” di alcuni suoi concittadini fa, dunque, di Perugini un autentico conservatore e per questi motivi lo si può tranquillamente definire come il Sindaco più conservatore che Cosenza abbia mai avuto.
Sergio Nucci
Capogruppo UDC – Comune di Cosenza