IL TEATRINO DELLA POLITICA

17/03/2009

 

La scorsa domenica, allo stadio San Vito, mentre tutti erano intenti a festeggiare la meritata vittoria del Cosenza, si assisteva ad un simpatico teatrino tra il Sindaco della città e Fabio D’Ippolito, giornalista di una emittente televisiva cosentina, ideatore e conduttore de “Il Graffiatore”,  striscia serale nella quale vengono affrontati argomenti di cronaca locale e regionale.

Già dal titolo si intuisce lo spirito della trasmissione (nomen omen). Si consente alla gente, con interventi da studio e da casa, a volte in modo fin troppo colorito, di dire la propria opinione. In una società nella quale il consenso è costruito grazie al tubo catodico, non è cosa di poco conto trovare chi offra un pulpito a coloro che non hanno voce nelle stanze dei bottoni.

Ma non è solo la gente a dire la propria. Anche il “potere” legalmente costituito ha spazio per diffondere il pensiero di chi governa a patto, però, che si presenti a farlo.

Grazie a D’Ippolito, dunque, si ha la possibilità di ascoltare la voce di amministratori ed amministrati, consentendo ad entrambi di dire cosa pensano nel modo che ritengono più idoneo. E quando i modi travalicano l’educazione ed il rispetto, onestamente, non se ne può fare colpa al conduttore.

Ciò detto, sembra fin troppo chiaro ciò che il Sindaco addebitava nella sua “cazziata”, dai toni coloriti e dagli accenti esasperati, al giornalista di Telitalia: mi arrabbio con te perché fai in modo che le critiche al mio operato non vengano a galla.

Durante il ventennio le notizie di cronaca nera erano bandite dalle pagine dei giornali e non perché non ve ne fossero ma perché c’era l’ordine di far sembrare che tutto andasse bene.

Ora, è fin troppo comprensibile che in un’epoca che ha consegnato alla storia più imbonitori che statisti, la televisione possa fare e disfare, ma è altrettanto vero che l’impietoso giudizio sulla giunta Perugini sarebbe tale con e senza portare alla luce il malumore che regna fra i cosentini.

Anche a me, ad esempio, è capitato di non aver mai varcato la soglia di alcune emittenti televisive che operano sulla città e che dei problemi di Cosenza dicono di occuparsi, nonostante, in circa tre anni, abbia interrogato per più di 70 volte questa amministrazione. Ma mai e poi mai mi sono lasciato andare a critiche o eccessi di ira nei confronti di questi “signori” dell’informazione che mi censurano filtrando le notizie da dare in pasto all’opinione pubblica.

Ma io, non me ne sono mai curato. Vivo del mio lavoro e la politica la faccio come servizio. Orbene, credo che anche il Sindaco viva del suo lavoro e per questo motivo farebbe bene a non adombrarsi per cosa dice una televisione e per come lo dice, piuttosto, farebbe bene a curarsi di cosa lascerà alla sua città quando il suo mandato sarà finito.

 

Sergio Nucci

Capogruppo “Costituente di Centro – UDC”