15/12/2008
E’ mesto il commiato con il quale l’ex assessore Francesco Perri getta la spugna e lascia a qualcuno, cencellianamente riconoscibile, una poltrona d’assessore.
Ma non è soltanto mesto. La presentazione delle sue dimissioni, a noi che lo vedevamo quotidianamente in Comune - contrariamente a quanto accade con alcuni assessori che hanno finanche difficoltà a ricordare il proprio ufficio, tanto rare sono le visite al palazzo di città – ha destato il sospetto che questa decisione sia la risposta a comportamenti che di etico, di politico e di umano hanno veramente ben poco.
Quando gli assessori Carnevale, De Rose, Ferraro e Veltri, si videro “costretti” a firmare le proprie dimissioni, attribuimmo quella condotta ad un comprensibile istinto di sopravvivenza, e non certo degli assessori. Oggi, però, che di sopravvivenza non si tratta, riteniamo che questo ennesimo sacrificio “umano”, sia la ovvia conseguenza di un modo di amministrare non nuovo per la nostra città: non governo della “res publica” ma puro e semplice esercizio del potere.
E’ ormai assodato che, alle nostre latitudini, i governi si fanno e si disfano non secondo un principio meritocratico quanto per una convenienza del momento.
Serviva un posto in giunta? Bene, si è trovato il “volontario” di turno. Stavolta è toccato al buon Perri che, in sincerità, non può avere colpe per la drammatica situazione dei rifiuti in città.
La nostra solidarietà umana Perri se l’è conquistata, non fosse altro che per i suoi modi signorili, molto simili a chi, in passato, ha subito analogo trattamento: andar via senza sbattere la porta.
Comprendiamo la sua discrezione e la convinzione che i panni sporchi si debbano lavare in famiglia, ma quando a fare le spese di queste camarille di basso livello è la nostra città, allora pudore e riservatezza dovrebbero lasciar spazio a ben altri atteggiamenti.
Il Gruppo Consiliare “Costituente di Centro –UDC” al Comune di Cosenza